martedì 7 febbraio 2012

NFL: Le pagelle del Super Bowl XLVI

Alla vigilia di questo Super Bowl le copertine dei giornali erano già pronte. In caso di vittoria dei Patriots si sarebbe gridato alla rivincita e al proseguimento della gloriosa dinastia di Tom Brady e Bill Belichick.

Invece ? Eccoci qua, i New England Patriots sono la più grande squadra della propria generazione, invincibili con tutti ma non contro i New York Giants. “Deja Blue”, titolano tra gli altri Sports Illustrated e il giustamente gonfio di gioia New York Post.
E’ stato davvero un ritorno al passato. La delusione per Brady e Belichick è doppia. È un incubo. Di nuovo al Super Bowl, di nuovo sconfitti sempre e solo dai New York Giants.
Ma i corsi e i ricorsi storici non finiscono qui. Dal Super Bowl XLII ritorna il drive vincente in rimonta di Eli Manning e ritorna il big play miracoloso. Ieri la ricezione col casco di David Tyree, oggi i due piedi appena dentro la sideline di Mario Manningham.
E’ incredibile ma è proprio così. Il quarto titolo della storia dei NY Giants nasce esattamente come quello precedente. Con qualcosa in più da raccontare.
Eli Manning è MVP (in realtà lo fu anche quattro anni fa), porta a casa il suo secondo anello e doppia quelli del suo fratellone più bravo e più celebrato. E adesso come la mettiamo ? Eli è lì in alto tra i più grandi QB della storia e che non si azzardi più nessuno a giudicarlo solo un buon giocatore e non un leader.
Ieri notte ha completato passaggi difficili e coraggiosi e ancora una volta il drive vincente è stato un capolavoro di come si vince una gara nei momenti finali. Di più, ha vinto nello stadio “that Peyton built”, in quell’ Indianapolis ora costretta a veder celebrare il Manning sbagliato.
E’ stato un altro bellissimo Super Bowl, mai scontato e particolarissimo. Le due squadre si eguagliavano e più o meno i pronostici seguivano equamente o la sapienza di Brady e Belichick o l’hot streak di questi Giants che sono stati costretti a vincere le due ultime due gare di regular season per entrare nei playoff.
Hanno vinto contro la peggiore difesa stagionale (ci credereste mai ?), contro una squadra strana, forte in attacco ma con un gioco di corsa non esaltante, come anche il passing game del resto, centrato tutto sulle originali e geniali intuizioni del loro coach, come i due Tight End interscambiabili primi target per Brady.
Un Super Bowl ancora una volta deciso “down the stretch” è sempre una benedizione e grazie a chi anche quest’anno ci ha regalato una partita di football combattuta e intensa.
Qualcuno lamenta la mancanza di esuberanza offensiva, soprattutto nella parte mediana della gara. Vero, nonostante le difese non fossero tra le migliori, anche quella dei Giants infatti ha rallentato dopo un grande inizio, non si sono visti drive esaltanti.
Tensione della gara, certo, sciolta però nel finale. Dopo un avvio difficile Tom Brady rimette in onda il suo show e i Patriots sono avanti di due. Lancia per Wes Welker e questi incredibilmente lascia cadere il pallone che poteva congelare definitivamente la gara.
No, devono tornare i Giants. Ed eccoci al nostro Deja Blue, all over again. Ecco Eli che lancia sulla sideline per Manningham, magica ricezione da 38 yards. Tutto il momentum per NY, che mangia il campo e il tempo.
Basta solo un field goal per vincere e oramai praticamente allo scadere. E’ qui che questo Super Bowl si distanzia dal suo precedente. E diventa surreale.
A 1:04 dalla fine vediamo Ahmad Bradshaw correre dritto per dritto verso la end zone ma non ostacolato dai difensori dei Patriots. Cade al rallentatore oltre la goal line, cercandosi di fermare, ma di sedere per terra finisce oltre e segna il sorpasso.
Roba da ridere, da rimanere a bocca aperta. Il big play più incredibile della storia del Super Bowl, ma incredibile nel senso vero, perché di sicuro è una giocata di grande impatto.
Alla fine NY vincerà proprio così, quasi senza volerlo, perché a Tom Brady resta solo lanciare un Hail Mary Pass da centrocampo, ma il miracolo non si compie.
Super Bowl verso New York City sponda Giants, ritratti di Eli Manning e Tom Coughlin nella Hall of Fame accanto a quelli di Brady e Belichick.
Lo spettatore a Canton ne trarrà le proprie conclusioni. Le uniche vittorie e le uniche sconfitte di entrambi hanno le stesse facce, le stesse magliette bianche per i Giants e blu per i Patriots.
La storia è questa, a meno che non cambi da qui a quel giorno, ma questo si vedrà. Per adesso l’immagine è stampata e appesa al muro così che tra Boston e New York ciò che fecero i Red Sox contro gli Yankees nel 2004 resta un unicum.
La rivincita non è per il campo da football.

NEW ENGLAND PATRIOTS
Tom Brady : nemmeno Gisele lo può consolare. Parte male, o meglio, non parte nemmeno, perché i Giants si mangiano il quasi intero primo quarto e lui non ha troppe colpe per l’intentional grounding che regala i primi 2 punti a NY. Nella parte mediana della gara è il vecchio Tom Brady di sempre formato Super Bowl, con ben 16 passaggi completi consecutivi, record strappato al suo idolo Joe Montana.
Ma qualcosa manca. Bellissimi i due TD pass, ma è un po’ impreciso nel quarto periodo e il drop di Welker è anche colpa di un passaggio non perfetto. Finisce con 27/41 per 276 yards, ma in una gara equilibrata i Patriots commettono più errori e lui lancia un intercetto forzato sul lungo raggio, unica eccezione ad una gara invero troppo metodica e regolare. 6,5
Running back : un po’ Woodhead, tra l’altro utilizzato più come ricevitore (difatti un TD aereo per lui), un po’ Green-Ellis non fanno un reparto completo, pecca da sempre dei Patriots. 4
Wes Welker : ne avrà presi mille in carriera di quei palloni, anche così non facili ; il suo drop lascia a Manning lo spazio necessario per orchestrare il drive vincente in salsa surreale, 7 ricezioni per 60 yards macchiati per sempre. 5
Deion Branch : anche lui “falls short”, quando più conta. 3 ricezioni per 45 yards dicono pochissimo se non la scarsa efficacia del gioco aereo dei Patriots sul medio-lungo raggio, tanto è vero che il passaggio più lungo di Brady è stato nientemeno per la comparsa Ochocinco, per sole 21 yards di guadagno. 4,5
Rob Gronkowski : partita nulla, alla fine quella caviglia mal messa è stata decisiva, anche per il salto sull’intercetto. 5
Aaron Hernandez : con Gronk a mezzo servizio è toccato a lui il peso dell’attacco, 8 ricezioni per 67 yards, un TD per un 17-9 che sembrava allungo quasi decisivo e un Hail Mary Pass quasi catturato per il miracolo. Non gli si può chiedere troppo di più, se non una maggiore attenzione, pure lui, nelle giocate da ultimo periodo. 6
Offensive Line : il paradosso è proprio questo, Brady ha avuto spesso tempo per lanciare ma ha combinato poco e nulla se non sul corto. 7
Defensive Line : la pressione su Manning ? Buona per tutta la partita, tranne che per l’ultimo drive vincente. Anche lui ha avuto tempo per lanciare ma come Brady non ha prodotto, almeno prima della fine, big play. 6,5
Linebacker : qui è stata soprattutto la fortuna a premiare NY. Due fumble causati da Jerod Mayo e Brandon Spikes sono tornati (termine che ricorre oggi…) tra le mani di chi quel pallone lo aveva perso. 6,5
Defensive Back : la maggiore paura per Belichick era proprio cercare di fermare il gioco aereo avversario, consapevole di una secondary non all’altezza. Invece più per ritrosia altrui non ci sono state brutte figure, ma solo una prova nel quarto periodo coerentemente modesta. 5
Special Team : un solo field goal per Stephen Gostkowski (29yds), gioco inesistente per i ritornatori, Welker in testa. 5
Coach : che dire di un genio ? Ha basato il suo attacco sui tight end che corrono tracce più che eseguire blocchi per il gioco di corsa, così con uno dei due non in salute non ha trovato armi alternative. Nella parte mediana però la gara aveva preso un trend importante, non ha colpe sull’ultimo drive tanto era nota la pochezza difensiva sul gioco aereo. 6

NEW YORK GIANTS
Eli Manning : partita composta, senza mai esagerare. Il TD per Cruz è un capolavoro, 30/40 per 296  yards, nessun intercetto perché non ha mai forzato, a differenza di Brady. Senza il drive vincente sarebbe stata una gara normale, invece si conferma come uno dei migliori clutch QB NFL e senza dubbio della storia.
Spike Lee sarebbe orgoglioso di lui. “Do the right thing” e difatti il suo volto è questo, talento puro senza le vette del fratello o di Aaron Rodgers o Drew Brees, ma oddio se la fa la cosa giusta…non conta solo questo ? Due Super Bowl da MVP con due drive finali, inattaccabile anche per il più spietato dei suoi nemici. 8
Running back : anche qui rushing game “by committee”. 109 yards tra Bradhsaw e Brandon Jacobs, con il primo a cadere suo malgrado col sedere a terra per il sorpasso decisivo. Sono stati i peggiori di tutta la lega in regular season e anche questo spiega il segno del destino, aiutato però da una prova solida. 6,5
Hakeem Nicks : avesse avuto un TD, magari alla fine, sarebbe stato eletto MVP. 109 yards su 10 ricezioni, presente per tutta la gara nonostante un passing game mai veramente decollato. 7
Victor Cruz : tutti coloro che guardavano la gara un po’ distrattamente (quindi la maggior parte in America…) volevano vedere la sua salsa dopo un TD alla pari del concerto di Madonna. Non è mancata, ma prima del folklore latino c’è stata una grande ricezione, da vero campione , esploso quest’anno e mai fermatosi fino in fondo al ballo finale. 7
Mario Manningham : Manning to Manningham, giocata decisiva. Insegnano a mettere bene i piedi a terra prima ancora di come si faccia a ricevere un pallone, qui se ne è avuta una grande prova, come Santonio Holmes per gli Steelers contro Arizona. 7,5
Offensive Line : con una linea così si può sviluppare qualsiasi gioco aereo si voglia ma Manning ha svolto diligentemente il game-plan prima di esplodere per il drive della vittoria. 7
Defensive Line : lasciano troppo spazio a Brady nel secondo e terzo quarto ma nel primo Justin Tuck gli fa forzare l’intentional grounding e Jason Pierre Paul lo disturba spesso e volentieri. 7
Linebacker : partita onesta contro un attacco strano e imprevedibile, poi parliamo dell’intercetto di Chase Blackburn, che fa “chase” di nome (ovvero inseguire, dare la caccia) e non a caso era downfield sulle orme di Gronkowski. 7
Defensive Back : gioco aereo avversario non troppo incisivo, ma se Welker avesse preso quel pallone avremmo parlato di un reparto che ha fallito, quindi bravi il giusto e fortunati come tutti gli altri Giants, vedasi i due fumble recuperati. 6
Special Team : ottima prova sia per il punter Steve Wheaterford, che ha costretto i Pats a partire all’interno delle 10 yards per 3 volte, sia per il kicker Lawrence Tynes, due field goal da 33 e 38 yards. 7,5
Coach : Tom Coughlin. La storia dell’anno. Era sul punto del licenziamento invece non solo ha portato i suoi a dei playoff insperati ma addirittura alla vittoria al Super Bowl. Ieri è stato premiato il suo approccio calmo e conservativo, che magari non ha fatto esaltare i tifosi ma che è stato saggio come la sua età induce a pensare. E’ il più anziano coach a vincere “on Super Sunday”. 8

L’America si è fermata a vedere questo Super Bowl fino alla fine incerto e Bradshaw ha cercato di farlo ma non ci è riuscito. Un TD di sedere “is one for the ages” come dicono loro, è qualcosa che resta scolpito nella mente non fosse altro perché originale.
Una cosa del genere non si era mai vista.
Già, proprio nel giorno in cui si era visto già tutto.

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