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sabato 11 febbraio 2012

Nba, fenomeno Lin: trascina ancora i Knicks, Lakers battuti

Da sconosciuto a fenomeno, in una settimana: con 38 punti Jeremy Lin ha condotto New York (priva di Anthony e Stoudemire) alla vittoria su Los Angeles: 92-85. D'Antoni: "Mai visto nulla di simile". 12 punti di Belinelli non bastano a New Orleans.
Se una vecchia volpe come Mike D'Antoni a fine partita dice: "Non ho mai visto niente del genere, quello che sta facendo è pazzesco", significa che siamo di fronte, davvero, a qualcosa di fuori dal normale. A qualcosa di incredibile. Lin...credibile.

Jeremy Lin ha 23 anni e fino a qualche giorno stava a bordo campo, accanto a coach Mike, ad ammirare Anthony e Stoudamire. Poi è sceso in campo e ha iniziato a distillare magia. Quattro partite di fila da mvp, 23 punti, poi 28, poi 25. Ora, contro i Lakers, 38, in faccia a Kobe Bryant (che comunque ne ha messi 34).

Delirio allo stato puro, al Madison Square Garden. Delirio, "Lyn...sanity", pazzia. Mancavano proprio Melo e Stat eppure Ney York ha vinto, 92-85, proprio grazie a Lin. Che non si è scomposto: "Per me abbiamo solo vinto quattro partite di fila, dobbiamo vincere la quinta". Ma non si può farla così semplice. Nemmeno D'Antoni riesce ad abituarsi a quello che sta facendo questo ragazzo: "Stava in panchina, adesso ha infilato quattro partite così. Quando torneranno Anthony e Stoudemire lo lascerò fuori?" e scoppia a ridere.

Lin per la terza volta in una settimana ha migliorato il suo record personale. Fino a dieci giorni fa non era mai partito nel quintetto base e aveva messo a referto, al massimo, 13 punti. Contro i Lakers ha servito anche sette assist. Bryant, un altro che ne ha viste di tutti i colori, è rimasto abbagliato: "È una grande storia. È un inno alla perseveranza e al duro lavoro, un esempio per tutti i bambini".

Le altre: Beli ko - Non solo Knicks, nella notte Nba.  I New Orleans di Marco Belinelli hanno perso in casa contro i Trail Blazers di Portland per 94-86. Gli Hornets, quasi sempre in vantaggio, hanno ceduto come spesso accade nell'ultima parte dell'ultimo quarto. Gli infortuni hanno condizionato ancora la squadra di Marco Belinelli, cha ha comunque messo a referto 12 punti . "Abbiamo lottato e fatto una buona partita - ha commentato il giocatore azzurro - ci hanno fregato come sempre gli errori nel finale, errori di inesperienza. Comunque siamo positivi. Per me 12 punti e 4 assist...avanti con la prossima".

Ecco i risultati delle partite della Nba:
Charlotte - Chicago            64-95
Orlando - Atlanta              87-89 (dts)
Philadelphia - La Clippers     77-78
Toronto - Boston               86-74
Washington  - Miami            89-106
Cleveland  - Milwaukee        112-113 (dts)
Detroit - New Jersey          109-92
Memphis - Indiana              98-92
Minnesota - Dallas             97-104
New Orleans - Portland         86-94
New York - LA Lakers           92-85
Utah - Oklahoma City           87-101

Maltempo, rinviate Bologna-Juventus e Parma-Fiorentina

La neve ferma gli incontri del Dall'Ara e del Tardini, da recuperare in data da destinarsi. In Serie B, dopo i rinvii di Modena-Padova e Pescara-Juve Stabia, a Varese si giocherà a curve chiuse.

Un'altra giornata di Serie A bloccata dalla neve. Parma-Fiorentina, in programma domani alle 15, è stata rinviata a causa del maltempo. Ne dà notizia la Lega Calcio.
In mattinata è stata rinviata per neve la partita Bologna-Juventus, in programma domani sera al Dall'Ara. La decisione è arrivata dopo la riunione del Gos allo stadio, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle due squadre e delle forze dell'ordine. La conferma è giunta anche dal presidente rossoblù Albano Guaraldi.

L'ufficialità è stata decretata al termine della riunione del Gruppo operativo sicurezza, presieduto dalla questura. "Dopo la verifica della struttura e degli impianti e preso atto delle condizioni meteorologiche avverse - ha spiegato all'ANSA il Questore di Bologna Vincenzo Stingone - e dell'abbondante presenza di neve sugli spalti, è stato valutato che allo stato la partita non possa svolgersi nelle necessarie condizioni di sicurezza". Inoltre la previsione è che continui a nevicare, fino a domattina. Nonostante l'impegno degli spalatori nei giorni scorsi sul terreno di gioco, soprattutto gli spalti sarebbero difficilmente ripulibili. Per la neve sulle strade, ci sarebbero poi difficoltà a raggiungere lo stadio sia per gli spettatori che per i mezzi di soccorso. Per entrambe le squadre si tratta del secondo rinvio per neve, dopo Parma-Juventus del 31 gennaio e Bologna-Fiorentina del giorno dopo.

In Serie B si disputerà a curve chiuse la partita Varese-Gubbio, in programma oggi alle 15 allo stadio Franco Ossola di Varese, a causa del ghiaccio e della neve che ancora ingombrano la struttura. Lo ha deciso la Questura di Varese, al termine di un sopralluogo e di una riunione del Gruppo operativo sicurezza (gos) per valutare l'agibilità dello stadio. La partita si giocherà regolarmente, ma i tifosi potranno accedere solo ai posti in tribuna e nei distinti. "La società Varese Calcio ha comunicato di non essere stata in grado di rimuovere neve e ghiaccio - ha reso noto la Questura - pertanto, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, il questore di Varese ha disposto la chiusura delle due curve".

giovedì 9 febbraio 2012

Juve, prova di forza: Caceres affonda il Milan in coppa

I bianconeri nell'andata della semifinale di Coppa Italia vincono a San Siro 2-1. Doppietta dell'uruguaiano, al debutto nella sua seconda avventura con la Vecchia Signora, cui replica solo momentaneamente El Shaarawy. Ritorno il 20 o 21 marzo a Torino.

A conti fatti, la soluzione è semplice: troppo forte la Juve per questo Milan. I bianconeri vincono l’andata della semifinale di Coppa Italia 2-1, per di più nella tana di San Siro, ipotecando così il passaggio del turno. La Juventus vince con saggezza, sfruttando le sue qualità, quelle che poi le permettono di comandare in serie A. Gestisce la partita, prende la mira, passa con Caceres e poi si fa raggiungere da El Shaarawy. Ma ci può stare. E poiché i ragazzi di Conte hanno fisico e tecnica in più, trovano la vittoria finale con uno straordinario numero dell’uruguaiano che al suo esordio nella seconda avventura bianconera infila una doppietta del tipo: e chi lo toglie più di squadra. Il Milan, zeppo di defezioni, le cerca tutte, ma alla fine deve arrendersi e rimandare la sfida a tempi migliori.
TURNOVER E OBBLIGHI — La solita frenetica Juve che corre, pressa e fa girare la palla. È il biglietto da visita formato Coppa Italia della squadra di Conte che rispetto alla gara con il Siena varia otto undicesimi di formazione. Storari gioca in porta; esordiscono Caceres e Padoin, mentre in attacco Del Piero fa coppia con Borriello. All’ampio turnover bianconero si contrappongono le scelte obbligate di Allegri, che deve rinunciare a 11 infortunati e allo squalificato Nocerino. Ma può schierare Ibra, libero dalle catene di campionato, con la speranza di poterlo utilizzare il prossimo 25 febbraio ancora contro i bianconeri. Gli affianca El Shaarawy e si affida a un trio molto orange: Seedorf trequartista, Emanuelson mezzala destra e il pretoriano Van Bommel davanti alla difesa.
PIU’ JUVE — Partita subito combattuta, in cui la Juve fa valere il suo possesso palla. Ma il primo spunto è di Seedorf con un destro dal limite che si perde a lato. Il Milan alza il baricentro con azioni orizzontali e al 17’ si avvicina al vantaggio. El Shaarawy riceve in area, supera Barzagli e cerca l’impossibile dalla linea di fondo. Si gioca a tutto campo. Nella Juve Estigarribia è il più vivace e Bonera ne soffre il ritmo. Ed è proprio il paraguaiano al 32’ a mettere a referto la prima occasione bianconera, con un rasoterra troppo largo. I ragazzi di Conte sulla scia spingono con forza e al 35’ Amelia dice di no al pallonetto chirurgico di Giaccherini, deviato da Mexes, alzandolo oltre la traversa. La Juve cavalca l’onda, e al 40’ è Van Bommel a risolvere un complicato teorema fermando la corsa di Borriello e Del Piero nell’area piccola. Ne risulta alla fine un primo tempo molto elaborato, gestito dagli uomini di centrocampo. Ibra? Dato per disperso. Come se fosse già squalificato.

BOTTA E RISPOSTA — Pimpante, invece, e perfettamente integrato nel gruppo Caceres che all’8’ porta in vantaggio la Juve. Contrasto tra Padoin e Thiago Silva al limite; la palla finisce a Borriello che carica il destro. Amelia respinge corto e Caceres insacca. Ibra risponde al 10’ con una punizione angolata respinta da Storari. Ma il vantaggio della Juve non è affatto casuale: la squadra di Conte gioca un buon calcio e applica una cattiveria che al Milan manca; quella esortata da Allegri dopo il crack con la Lazio e il pari con il Napoli. Si chiama anche cuore, come quello di Del Piero che irrompe centralmente e dalla distanza sfiora il palo alla destra di Amelia. La Juve sbaglia però ad arretrare favorendo il Milan che al 17’ coglie il pari, dopo l’ingresso di Robinho per Emanuelson. Alla sponda di Ambrosini, El Shaarawy replica con un piatto imparabile.

EXTRAORDINARIO CACERES — E Conte, che vuole la vittoria a tutti i costi, infila tre cambi. Prima sostituisce Del Piero e Borriello con Vucinic e Quagliarella, poi, dopo la rete annullata a Ibra per un fallo di mano, toglie Padoin per Marrone. Lo spunto dello svedese funziona però come vitamina, perché al 27’, con un guizzo, per poco il bomber rossonero non trova il vantaggio, ma Chiellini, con un tackle poderoso, mette in angolo. Al festival degli errori difensivi si aggiunge anche Ambrosini, che al 29’ si fa rubare palla da Vucinic, il cui tiro viene respinto da Amelia, che poi rimedia anticipando Quagliarella pronto a ribattere in rete. Il finale è un convulso tentativo di sfruttare le ultime energie, ma a discapito della lucidità sottoporta. La Juve sembra averne di più. Molta di più. Al 38’ Caceres recupera al limite una palla che dosa con immensa classe, trasformandola in una palombella che si infila nell’incrocio dei pali. Chapeau!

Inghilterra, Capello si dimette. Insanabili i contrasti con la FA

Le frizioni sul caso Terry hanno fatto precipitare la situazione: il tecnico italiano non è più il c.t. della nazionale inglese, contro l'Olanda in panchina ci sarà Pearce.
Fabio Capello non è più il c.t. dell'Inghilterra. Il tecnico italiano ha rassegnato le sue dimissioni in seguito ai contrasti con la Football Association sul caso relativo a John Terry. La federazione, che ha confermato ufficialmente la notizia, aveva deciso di togliere la fascia da capitano della nazionale al difensore del Chelsea, in attesa che, in luglio, il tribunale competente faccia luce sulle presunte accuse di razzismo rivolte da Terry ad Anton Ferdinand (difensore del Queens Park Rangers).

Il colloquio a Wembley — Capello, intervistato da Raisport sulla vicenda, non aveva fatto mistero di aver subìto la presa di posizione della FA e di essere in disaccordo col provvedimento disciplinare: contrasti che hanno fatto precipitare la situazione e indotto il c.t. a interrompere un rapporto che durava dal 2008. Lo ha fatto con un colloquio di oltre un'ora con il presidente della FA, David Bernstein, e il segretario generale Alex Horne a Wembley. Bernstein ha precisato che "Capello si è sempre comportato professionalmente e la FA gli augura ogni successo professionale in futuro. La decisione è stata consensuale".

Pearce a interim — Ancora non si conosce il nome del sostituto (Harry Redknapp del Tottenham è il favorito), ma per il match amichevole con l'Olanda (in programma a Wembley il 29 febbraio) in panchina andrà il vice, Stuart Pearce. La Football Association ha indetto una conferenza stampa per giovedì alle 13 a Wembley: fino ad allora non rilascerà altre dichiarazioni ufficiali.

Capello, parole e smentite — A Capello, invece, erano state attribuite in un primo momento dichiarazione risentite nei confronti della Football Association ("mi hanno fatto uno sgarbo, hanno leso la mia autorità"). Ma l'interessato ha smentito: "Non ho detto nulla e nulla dirò, tutto quanto mi è stato attribuito in queste ore è falso".

Reazioni — Il primo commento alle dimissioni di Capello è arrivato da Jack Wilshere, giovane centrocampista dell'Arsenal lanciato in nazionale proprio da Capello: "Sono scioccato per le novità, devo essere onesto - ha scritto Wilshere su Twitter -. Mi ha fatto esordire in nazionale, ha creduto in me e io posso soltanto dire 'grazie mister'".

Coppa d'Africa: Coppa d'Africa, Zambia in finale se la vedrà con la Costa d'Avorio

Come al Mondiale 2010, Asamoah fallisce un rigore decisivo e il Ghana soccombe. Nell'altra semifinale tutto facile per Drogba e compagni, ben più dell'1-0.
Ghana favorito, Zambia in finale. Ghana che attacca, Zambia che segna. Questo il verdetto della prima semifinale della Coppa d’Africa, giocata a Bata sotto una pioggia intermittente. Nell'altra, verdetto rispettato: passa la Costa d'Avorio.

Ghana-Zambia 0-2
IL PRIMO TIRO —
Eroe del Chipolopolo è Emmanuel Mayuka, che Renard aveva lasciato sorprendentemente in panchina. Errore corretto nell’intervallo, gol decisivo inventato al 78’, quando il centravanti degli Young Boys si è appoggiato su Boye con intelligenza e ha lasciato partire un tiro a giro che Kwarasey ha solo toccato. Era il primo dello Zambia che centrava lo specchio della porta avversaria. Gol che ha sorpreso il Ghana, che aveva dominato senza costruire granché, praticamente nulla nella ripresa, e che non è stato capace di reagire, anche perché poco dopo lo svantaggio Boateng è stato espulso per doppia ammonizione.

CHE SPRECHI — Il primo tempo invece era scivolato via con sprechi massicci. Il Ghana ha cominciato buttando via un generoso rigore fischiato dall’arbitro algerino Benouza per fallo di Nkausu su Asamoah. Sul dischetto è andato Gyan, lo stesso che sbagliò contro l’Uruguay nei quarti del Mondiale, e Mweene gli ha parato il tiro. Ancora Gyan è stato fermato da Himoonde quando stava per calciare a botta sicura, poi al 35’ doppio scempio: prima Jordan Ayew ha lisciato la palla a due passi dalla porta di Mweene, quindi sul contropiede è stato Chris Katongo a calciare a lato un gran assist di Kalaba.

ESTASI E DELUSIONE — Lo Zambia va a Libreville e torna in finale per la prima volta dal ’94, quando a Tunisi perse contro la Nigeria, il Ghana, alla terza semifinale consecutiva, perde come nel 2008 e giocherà la finalina di consolazione a Malabo. Tutti vedevano le Black Stars già in finale, a Bata è andato in onda un altro film.


Costa d'Avorio-Mali 1-0

Sorpresa nella prima semifinale, tutto come previsto nella seconda. La Costa d’Avorio si conferma la squadra più solida di questa Coppa d’Africa e batte il Mali senza indugi, ben oltre ciò che può dire l’1-0 che ha chiuso la gara. L’ex Ascoli Francois Zahoui riporta la sua nazionale in finale per la prima volta dal 2006 (terza in assoluto), dopo l’eliminazione in semifinale nel 2008 e quella inattesa nei quarti due anni fa.

I PALI — Al 15’ gli Elefanti hanno già colpito due pali: il primo con un colpo di testa di Drogba con uscita a vuoto di Diakite su calcio di punizione di Tioté, il secondo con un tiro potentissimo di Yaya Touré dalla destra. In mezzo, anche una goffa parata di faccia del portiere maliano su punizione di Drogba. Un dominio assoluto, col Mali capace di farsi vedere dalle parti di Barry giusto in un paio di confuse occasioni.

GOL SPETTACOLARE — Costa d’Avorio troppo forte e i vantaggio con un gran gol di Gervinho. Alla fine del primo tempo l’attaccante dell’Arsenal anticipa nella sua metà campo lo sciagurato tackle scivolato di Berthe, difensore centrale in suicida avanscoperta. Palla tra le gambe dell’avversario e volata di 50 metri con il terzino disperso non si sa dove e tocco preciso sotto la linea del traguardo. Rete spettacolare, la prima di Gervinho in questa Coppa. Giresse se la prende con Berthe, ma non è che i suoi compagni gli abbiano dato una gran mano.

OCCASIONI SPRECATE — Nella ripresa la Costa d’Avorio ha controllato la gara con la sua straordinaria forza collettiva, creando e sprecando tanto. Su tutte un’occasione per Kalou, altre mancate da Drogba e Yaya Touré, coi deboli segni di reazione del Mali affidati giusto a un tiro alto di Yatabare.

FAVORITI — Il Mali non aveva fatto un solo gol nelle ultime 3 semifinali disputate e ha allungato la sua striscia negativa. Per la Costa d’Avorio 5 vittorie su 5 nel torneo, 9 gol fatti, nessuno incassato. Anche nella ‘Coppa delle sorprese’ gli Elefanti sembrano chiaramente favoriti per la finale di domenica contro lo Zambia. Il Mali giocherà contro il Ghana a Malabo (Guinea Equatoriale) sabato la finale di consolazione (o disperazione).

Formula 1: Jerez, la Ferrari cresce. Massa: "Che potenziale"

Seconda giornata di lavoro col tedesco davanti a tutti ma con vettura 2011. Nel pomeriggio Felipe Massa ha provato le gomme morbide ed è stato l'unico a migliorarsi: "Stiamo facendo un lavoro fondamentale per il futuro. Questa macchina ha grandi mezzi".
Piano, piano ma la Ferrari cresce: certo ci vuole pazienza, almeno a sentire gli uomini di Maranello, perché la F2012 è ancora un pianeta inesplorato: troppo brusco il cambiamento rispetto al passato per pensare di inseguire i tempi sul giro e così anche la seconda giornata di collaudi è proseguita con una oscura (per il pubblico) raccolta di informazioni sul comportamento della vettura, sempre con lo stesso tipo di mescole.

Massa migliora — Solo quando mancava meno di un’ora al termine della sessione, Felipe Massa ha saggiato le Pirelli con la banda gialla, quella che contraddistingue le mescole morbide ed è sceso progressvamente a 1’20"454. Felipe è stato l’unico tra i piloti dei team di vertice a migliorarsi in un pomeriggio sempre caratterizzato da un forte e fastidioso vento orientale che ha mantenuto le temperature basse (si sono sfiorati i 12° e i 22° sull’asfalto). Ma il suo tempo è stato comunque superiore non solo a quello di Webber ma anche di Ricciardo, eccellente con la Toro Rosso) e del duo Force India - Bianchi e Di Resta - che si sono alternati al volante. Ma Felipe è andato seppur più forte di Button che pure ha usato le gomme tenere ma è stato sensibilmente più lento in quanto si è dedicati a prove sulla distanza. Come Webber e Michael Schumacher che si è confermato il più rapido della giornata e ha messo insieme la bellezza di 132 giri con la Mercedes 2011: per la scuderia tedesca. ancora priva della nuova vettura, la priorità in questi test è proprio quello di valutare le nuove coperture.

FIDUCIA — "Questa Ferrari ha un potenziale gigante". Massa ne è convinto dopo aver concluso il primo test stagionale a Jerez ma sa anche che lui e Fernando Alonso che lo sostituirà domani al volante devono armarsi di tanta pazienza. Perché la decisione presa da Pat Fry - rompere con il passato, realizzando una monoposto molto differente, con soluzioni estreme - apre scenari tutti da esplorare. Ed è ciò che i piloti dovranno fare in queste sessioni di collaudi. "Certo è sempre bello poter essere in cima alla lista dei tempi ma noi stiamo facendo un lavoro particolare, assai differente da quello dell’anno scorso - spiega il ferrarista -: non so più quanti giri ho percorso in questi due giorni a bassa velocità per immagazzinare informazioni su aerodinamica, telaio, sospensioni e ovviamente gomme. E’ così perché abbiamo cambiato rispetto al passato e la macchina è diversa da quella del 2011 o del 2010". E anche se in pista l’impressione è che il brasiliano abbia a volte fatto fatica a tenere a bada la vettura, il bilancio è positivo. "C’è tanto da lavorare, forse più di quanto ci aspettassimo ma sì sono state giornate positive perché abbiamo esplorato tante strade e tante idee". Dietro a Schumi che guidava una Mercedes in configurazione 2011, il miglior tempo con una vettura che sarà schierata a Melbourne è stato realizzato da Mark Webber, il quale - seppur con la necessaria prudenza - lascia Jerez felice: "Sembriamo a posto, ben preparati anche se ovviamente c’è sempre un filo di nervosismo perché sino a Melbourne non sai esattamente dove sei".

I TEMPI — 1. Schumacher (Mercedes 2011) 1’18"561 (132 giri); 2. Webber (Red Bull) 1’19"184 (97); 3. Ricciardo 1’19"587 (100); 4. Bianchi (Force India) 1’20"221 (46); 5. Raikkonen (Lotus) 1’20"239 (117); 6. Di Resta (Force India) 1’20"272 (69), 7. Massa (Ferrari) 1’20"454 (95); 9. Button (McLaren) 1’20"668 (85); 10. Perez (Sauber) 1’20"771 (68); 11. Kovalainen (Caterham) 1’21"518 (138); 12. De la Rosa (Hrt 2011) 1’22"126 (64).

Record: M. Schumacher (Ferrari) 1’15"650 (2004)

Copa del Rey, Barça in finale. Il Bayern sorride, tonfo Lilla

Valencia battuto 2-0 al Camp Nou. Coppa di Germania, quarti: avanti anche 'Gladbach e Greuther Furth. Coppa di Francia, ottavi: il Valenciennes elimina i detentori del trofeo.


Niente sorprese al Camp Nou: in finale di Copa del Rey ci va il Barcellona. Al Valencia, dopo l'1-1 maturato al Mestalla una settimana fa, serviva un mezzo miracolo per estromettere i blaugrana da una competizione che, nella passata stagione, persero all'ultimo atto contro il Real Madrid. Invece, a sfidare l'Athletic Bilbao, in gara secca e in campo neutro, a maggio ci saranno i campioni del mondo.

Ci pensa Cesc — Con un Messi sempre imprendibile ma insolitamente sprecone davanti alla porta, come gli accade da qualche settimana, a prendersi il Barça sulle spalle è Fabregas. Tocca all'ex stella dell'Arsenal dare concretezza ai catalani: al 16' del primo tempo sfrutta un fantastico lancio di Messi e supera Diego Alves con un tocco morbido, al 36' della ripresa sfiora un cross basso di Sanchez e arma il destro vincente di Xavi per il 2-0. E' il punteggio finale della sfida, ampiamente dominata dal Barcellona, che ha il solo demerito di tenere in vita il Valencia almeno fino al minuto 76, quando Feghouli colpisce al volto Puyol e si fa espellere, forse venendo punito un po' troppo severamente.

Messi impreciso — La squadra di Unai Emery, infatti, parte bene e ha modo durante il match di confezionare tre occasioni con Feghouli, Jordi Alba e Aduriz che spaventano un Pinto piuttosto attento. Palle-gol che avrebbero potuto inguaiare un Barça in cui Messi si costruisce almeno tre chance nitide, senza concretizzarle. Ma finché regala assist al bacio e i compagni lo supportano come stasera, Guardiola può evitare di preoccuparsi.


Germania — Bayern e Borussia Moenchengladbach raggiungono il Borussia Dortmund in semifinale di Coppa di Germania. Ma la vera sorpresa viene dal Greuther Furth, squadra di seconda divisione, che sbanca il campo dell'Hoffenheim con un gol di Occean e ottiene un posto nelle magnifiche quattro. Di Ribery e Gomez i gol del Bayern a Stoccarda, di Daems su rigore e di Wendt le due reti ai supplementari che lanciano il 'Gladbach a Berlino contro l'Hertha.

Francia —
Lilla eliminato agli ottavi di Coppa di Francia: a fermare la corsa dei detentori del trofeo è il Valenciennes, che vince 2-1. Bene, invece, il Lione, che batte 3-1 il Bordeaux e il Montpellier che si impone 2-0 sul terreno del Chateauroux. L'Ajaccio supera 2-0 il Drancy.

Inghilterra —
Un gol di Sessegnon ai supplementari permette al Sunderland di passare 2-1 a Middlesbrough e di guadagnarsi l'accesso agli ottavi di Coppa d'Inghilterra.

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