venerdì 3 febbraio 2012

De Laurentiis, Bigon e Mazzarri stilano il dossier arbitri

Uno, cinque, dieci casi, un rosario di rimpianti che Mazzarri scava tra le pieghe d'una stagione contraddittoria, divenuta insopportabile.

Carta, penna e calamaio: e, alle nove del mattino, nel bel mezzo di un summit per farsi coraggio assieme, il giochino produce ira a palate. «Ma che ci trattano come una Cenerentola?». Napoli-Cesena è un punticino, quasi un fiocco di neve, che si scioglie nella classifica, ma ciò che emerge all’ora del caffè, mentre De Laurentiis, Bigon e Mazzarri sfidano il malumore, è una tabella degli «orrori» buttata giù quasi per scherzo, per esorcizzare il malessere, e che invece rappresenta il volano per analizzare un campionato infarcito da troppi pareggi e dunque assai indigesto.

LA SVEGLIA AMARA - Uno, cinque, dieci casi, un rosario di rimpianti che Mazzarri scava tra le pieghe d’una stagione contraddittoria, divenuta un tormento insopportabile al novantunesimo dell’altra sera, quando sono ricomparsi i fantasmi che hanno spinto ad una notte insonne, spesa a vagheggiare tra le nuvole di fumo e i ricordi della memoria che snocciolano gli episodi incriminati e che ispirano l’esplosione dell’allenatore in una parabola fiabesca: «Ma che ci trattano come una Cenerentola?» .

LA LISTA - I principi azzurri, nel loro piccolo, si sono arrabbiati: e, riletto un anno intero attraverso la lente d’ingrandimento dello spogliatoio, i conti in rosso hanno trovato un perché, non (chiaramente) un alibi. Mercoledì sera, mezzanotte circa, Cenerentolo -Mazzarri perde le staffe: «Non ci sto, ora basta». E tra una sigaretta e l’altra, chiacchierando amabilmente con De Laurentiis, spunta la sintesi stagionale che «toglie cinque e forse anche sei punti» e lascia dentro un bel po’ di veleno: un mani in area di Pasqual nello 0-0 con la Fiorentina; un fallo in area di Gobbi su Lavezzi nell’1-2 con il Parma; il rigore segnato da Hamsik e fatto ripetere da Tagliavento nel 3-3 con la Juventus; il fallo – ritenuto inesistente – di Cannavaro su Rigoni, che dà al Novara la possibilità di passare, prima dell’1-1 di Pandev; e poi il pomeriggio di Siena di Damato, niente giallo a D’Agostino sul rigore, che sarebbe divenuto rosso in occasione della successiva ammonizione; e un mani di Vitiello; o anche il fallo di Moretti che dà il via al 3-0 del Genoa, a Marassi.

I DIECI «COMANDAMENTI» - Nel «decalogo» c’è dell’altro, c’è ovviamente il Cesena, ma c’è innanzitutto il malessere imperante d’un club che scopre di sentirsi maltrattato dagli eventi e che, sistemando il carteggio da tenere pronto a futura «memoria», s’accorge di averci messo del suo e però anche d’aver subito qualche torto di troppo: ed è la somma che fa il totale e che rafforza il concetto del post-partita. «Ci mancano almeno cinque punti. E forse anche sei….».

TRISTEZZA HAMSIK - Dimenticare evidentemente non si può e il giorno dopo, per scaricare lo stress da «pareggite», Marek Hamsik s’è messo a digitare sul personal di casa, per dialogare attraverso il proprio sito con i tifosi suoi e del Napoli. «Ci è mancato soltanto il gol. Abbiamo chiuso il Cesena nalle propria metà campo, abbiamo creato una serie impressionante di palle gol, ma ci è andata male. E’ stata una serata stregata».

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